Le decisioni del Comune di Novara: la parola alla Regione
Riduzione da sette a sei per gli istituti comprensivi, con soppressione del «Margherita Hack» di baluardo Partigiani, e statalizzazione dell’unica materna comunale rimasta, la «San Paolo» di via Don Gallotti. Sono le decisioni del Comune per il dimensionamento scolastico dal 2019-20, approvate dalla giunta e trasmesse alla Provincia che ieri le ha inoltrate alla Regione.
A far discutere di più è la sorte dell’istituto «Hack» che registra un progressivo calo d’iscritti: da 894 del 2015 si è passati quest’anno a 681. Effetto del calo di nascite in città (dalle 912 del 2013 alle 785 del 2017) e dell’attrazione del vicino Convitto nazionale Carlo Alberto: fino a qualche anno fa aveva poco più di 100 alunni, oggi 453 di cui 154 alle elementari e 299 alle medie, tanto che ha bisogno di 3 aule in più e le ha trovate proprio nel complesso di baluardo Partigiani, che ha una decina di locali in eccesso.
L’elementare Ferrandi e la media Morandi, oggi dipendenti dall’«Hack», si aggregheranno al Convitto, «scuole annesse» al pari dello Scientifico, mantenendo però autonomia didattica. La primaria Buscaglia e le scuole d’infanzia Elve Fortis e Filo Verde di via Fara saranno aggregate al comprensivo Montalcini che diventerebbe così molto grande (13 plessi, 1.500 alunni). La sezione d’infanzia e primaria Balconi, attiva in Pediatria all’ospedale, finirebbe sotto il vicino comprensivo Duca d’Aosta.
A favorire la soluzione anche il fatto che l’«Hack» è da quest’anno senza dirigente, con reggenza affidata a Silvana Romeo, titolare del comprensivo di Bellinzago. La soluzione non ha trovato d’accordo il consiglio d’istituto, che ha dato parere negativo, ma il Comune è andato avanti. «E’ la nostra proposta, definita dopo mesi di incontri - dice l’assessore all’Istruzione, Valentina Graziosi - e sarà ora sottoposta alla Regione. Il criterio adottato è la vicinanza fisica. Ogni scuola manterrà propria identità, nome, aule e insegnanti». Alla materna San Paolo (90 alunni), 7 maestre su 14 andranno in pensione entro il 2020 e il Comune non le sostituirà. Se la proposta passa in Regione, dal 2019-2020 saranno attivate almeno 2 sezioni di materna statale al posto delle attuali 4 comunali. Le insegnanti rimaste saranno ricollocate in altri servizi.